Con le poesie di “Vatra Arbëreshe” 10 anni di Cultura Etnica in Piemonte
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Nel segno di Madre Teresa di Calcutta, proclamata Beata da Papa Wojtila e già Premio Nobel per la Pace, la presente pubblicazione antologica delle dieci edizioni dell’originale ed intenso Premio Letterario degli Albanofoni d’Italia, in corso di realizzazione da due lustri, extra-moenia, al Nord; grazie al lungimirante ed appassionato lavoro dell’Associazione culturale “Vatra Arbëreshe” in Chieri (Torino).
Un sottile “fil rouge” che, stimolando i rapporti di reciproca conoscenza ed integrazione fra le due parti del Paese, vuole superare anacronistici steccati, diffidenze ancestrali ed inique, pur nella specifica identità antropologica e diversità economica dei territori.
È merito, dunque, del benemerito sodalizio (in sintonia con alcune storiche Riviste della nostra orgogliosa Arbëria, fra cui Katundi Yne, JetaArbereshe, Zjarri, Kamastra, BasilicataArbëreshe) avere incoraggiato – nel corso del tempo – tanti giovani, ragazze, cultori e cultrici della lingua di Skanderbeg a scrivere, direttamente, liriche e racconti, favole e proverbi nella lingua Arbëreshe (Legge nazionale n. 482/99) secondo la parlata locale di ognuno dei cinquanta e passa paesi e frazioni dell’Arberia italiana, estesa su ben sette Regioni.
Con l’augurio sincero che questo libro, con le fotografie più significative delle varie edizioni del concorso a premi ed alcuni dei disegni e dipinti degli eccezionali Artisti, di volta in volta, ospitati nella bella sala-convegni della Concerìa, messa con rara sensibilità a disposizione dall’AmministrazioneMunicipale della cittadina piemontese, possa essere conservato ed utilizzato, in vari altri Eventi nazionali ed internazionali.
In particolare come “pietra di paragone” ricercata da studiosi, demologi, storici e linguisti di varie nazioni d’Europa e d’oltre Oceano, per studi avanzati di Albanologìa e di confronto semantico e diacronico-strutturale tra i diversi dialetti (d’origine Ghega e Toska) che sopravvivono con orgoglio e miracolosamente, direi con Tullio DeMauro e Martin Camaj, all’imperversare delle lingue franche (in particolare l’Anglo-Americano) ed i codici linguistici mutuati dall’Info-Tech, in termini di slang e switching-codes.
W l’Arbëria, dunque, grazie alle funzioni edificanti di coordinamento da parte di sodalizi, riviste, gruppi folk e musicali-rock, blogs nell’ambito dei nostri “katund” e delle nostre “Hora” oltre che altrove.
Ed in particolare di tanti eccellenti Scrittori (uno per tutti Carmine ABATE, fresco vincitore del Premio Letterario Nazionale “Campiello” di Venezia, 2012, che onorano, ai massimi livelli, il Genius Loci della nostra letteratura etnica e di “Citizenship” mondiale.
Prof. Donato Michele Mazzeo
già Presidente Giuria Nazionale
Premio “Vatra Arbëreshe” (1ª edizione)