La Cultura Arbëreshe
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La cultura arbereshe è ancora oggi caratterizzata da elementi specifici e caratterizzanti, che rendono la presenza delle comunità albanesi un elemento di forte arricchimento per la comunità locale nel suo complesso.
La specificità di tale cultura si rileva nelle tradizioni, nei costumi, nell'arte, nella gastronomia, ancora oggi conservate gelosamente in molti paesi , in particolare del Meridione d'Italia.
La comunità arbereshe costituisce un gruppo con una ben precisa identità, consapevole di appartenere ad un popolo diverso da quello italiano.
Ne fanno fede modelli culturali che si rispecchiano ancora nei valori dell'Arbëresh attuale, quali la mikpritia (ospitalità), la ndera (onore), la besa (fedeltà), e la vellamja (fratellanza). Attualmente dell'etnos originario è rimasta la convinzione di sentirsi diversi dalla popolazione italiana e la lingua, che li contraddistingue dal resto della popolazione meridionale.
Di questi valori, l'ospitalità è forse quella più sentita e caratterizza maggiormente la loro mentalità.(si parla quasi di sacro senso dell'ospitalità.) Se uno sconosciuto d'improvviso si presenta in una casa arbëresh, viene subito trattato come uno di loro e gli viene fatto onore (nder).
La cultura arbëresh è parte integrante del patrimonio tradizionale del gruppo italo albanese.
Questo patrimonio culturale comprende quei valori e esperienze di vita che si tramandano da ben cinque secoli da padre in figlio e determinano l'atteggiamento umano e sociale degli arbereshe, e tut’oggi hanno ancora una loro funzione caratterizzandone la loro cultura.
La tradizione culturale arberesh è caratterizzata da una ricca tradizione orale e da una feconda tradizione scritta.
La tradizione orale, iniziata nel periodo del loro insediamento in Italia, comprende tre generi letterari: la prralla (fiabe), le vjershë (improvvisazioni poetiche) e le kalimere (canti religiosi)
La prralla aveva una funzione educativa e veniva usata dai genitori ma soprattutto dai nonni per educare, davanti al focolare domestico, la propria prole.
Le vjershë erano delle autentiche improvvisazioni poetiche, dove l'animo popolare esprimeva la sua indole e cantava gli avvenimenti della vita di tutti i giorni.
Le kalimere infine erano dei canti religiosi, che esprimevano la religiosità semplice e la devozione genuina del popolo italo-albanese.
La tradizione scritta arbëresh è iniziata nel XVIII secolo presso le comunità albanofone dell'Italia meridionale ad opera di poeti e letterati quali: Giulio Variboba, Girolamo De Rada, Giuseppe Serembe, Damiano Mauro, Giuseppe Schirò e molti altri.
Questi letterati diedero vita alla cultura arbëresh, spronando i loro fratelli d'Albania ad uscire dal loro torpore e iniziarono una tradizione letteraria che dall'Italia si estese all'Albania.
Il Milosao, opera del De Rada, è stata la prima manifestazione della letteratura albanese scritta, ispiratrice del risorgimento albanese.
Anche il primo giornale albanese è stato redatto nelle comunità italo-albanesi, i quali possedevano già l'Università a San Benedetto Ullano e poi a San Demetrio Corone, quando in Albania non esistevano neppure le scuole elementari.
Molte delle tradizioni popolari arbëreshë sono ormai andate perdute o cadute in disuso, come il costume tradizionale arbëresh, che era un ulteriore elemento di distinzione nei confronti della popolazione locale.
L'abito femminile, usato oggi solo in manifestazioni di folklore, era particolarmente sontuoso e ricco di ornamenti con rifiniture e decori anche in oro zecchino.
Esso era composto dalla kesa, ornamento a forma rettangolare, di seta rossa trapuntata in oro, che si poneva sulla nuca per reggere il velo lavorato tutto in oro.
Un altro elemento del vestito era una gonna rossa di tessuto a lamine d'oro ed ornata da un gallone al lembo, anch'esso in oro, raccolta in piccolissime pieghe verticali. Su questa gonna si vestiva la coha (ruota) identica alla prima e rialzata sul davanti.
Il petto era coperto da una camicetta bianca ornata da merletto, sopra la camicetta un bolerino azzurro trapuntato in oro con orlo gallonato.
Per adornare maggiormente gli abiti, le donne indossavano gioielli molto elaborati e aggraziati nel disegno.
Questi gioielli rappresentavano un vanto per la famiglia e la collettività e quindi venivano mostrati nel giorno delle nozze agli invitati e poi a tutto il paese.
Attualmente c'è una rinascita della letteratura e della cultura albanese sia nelle varie Università italiane sia nelle comunità albanofone sia nelle diverse associazioni culturali(Come “Vatra Arberesh”ecc), dove emergono uomini illustri che con il loro impegno e la loro umiltà e le loro attività(Come il concorso nazionale della poesia in lingua arbereshe) fanno conoscere al mondo la cultura arbereshe. Questo risveglio lo si nota anche nel folklore con manifestazioni che coincidono quasi sempre con il periodo pasquale, organizzando il festival della canzone arbëresh, la sfilata dei costumi tradizionali e soprattutto la vallja (danza). Attualmente la vallja si rievoca il lunedì di Pasqua soltanto nei paesi albanesi di Civita, Frascineto, Eianina e Firmo