Giuseppe Angelo Nociti di Spezzano Albanese (1832-1899), alunno del Collegio di S. Adriano in S. Demetrio Corone, dove si formarono Domenico Mauro, Agesilao Milano e Attanasio Dramis, visse in un ambiente familiare di letterati che lo stimolò a inseguire con tenacia la sua vocazione di scrittore.
Sensibile alle sollecitazioni culturali provenienti dallo studio dei classici greci, latini e italiani, si dedicò per tutta la vita, più che all’insegnamento, alla ricerca, riuscendo a dare una valida prova di sé come lessicografo con la raccolta e la sistemazione del lessico albanese e calabrese, come storico con la monografia su Spezzano Albanese, che rappresenta una miniera di dati inediti tratti da archivi pubblici e privati, come filologo albanese e italiano con le sue ricerche su Varibobba e su Dante, e infine come poeta con le liriche Rèmenxa t'arbresha - Rime albanesi e col poemetto Ndihmja e Krojés - La difesa di Croia.
La letteratura albanese, conosciuta finora solo nelle grandi linee degli scrittori maggiori, nasconde nel suo seno «una pleiade di letterati più modesti che hanno infaticabilmente lavorato allo studio e all"innovazione della lingua». Questi scrittori “minori” occupavano uno spazio e un ruolo significativi: i loro scritti infatti «per la comunità linguistica cui appartengono hanno valore referenziale, sono carichi d'una pregnanza e non possono essere tarscurati» (N. Minissi).
Quale contributo alla reimpostazione critica della storia letteraria albanese, si rende indispensabile e prioritaria la pubblicazione completa degli inediti.