Ho avuto modo di occuparmi, nel 1986, della promozione e
realizzazione di un “Progetto di attività sociali e culturali nella
comunità montana Val Sarmento in relazione alla redazione
del Piano Quinquennale di Sviluppo Socio Economico”.
Il Progetto è stato curato da Gigi Za, Luisa Castelli e Marcello
Fabbri, i quali hanno guidato sul campo un intenso e
proficuo processo di animazione socio-culturale, assistiti da
diversi collaboratori locali, alcuni dei quali sono diventati,
poi, veri protagonisti della presa di coscienza dei “limiti dello
sviluppo spontaneo” e della necessità di rilanciare nuove speranze
su “prospettive”, “politiche” e “tendenze”, che potevano
rendere il territorio, i suoi abitanti, allora più di 6.000, e le
Istituzioni locali, che li rappresentavano, capaci di attuare le
“pre-condizioni di base per la trasformazione dell’area”, nella
convinzione che “il cambiamento è più vissuto come prassi
che percepito razionalmente come aspetto globale di modifica
dei rapporti di produzione e di riproduzione sociale”.
“Il passaggio più delicato – di quella esperienza – è stato
quello mirante ad inserire nelle tendenze aggregative
comportamenti operativi capaci di incidere sulla trasformazione
dei processi sociali ed economici”