La Chiesa romana da poco uscita dal Concilio di Trento avvertiva l'urgenza di offrire per la prima volta uno statuto unitario e passabilmente organico alle numerose comunità cristiane di lingua latina e di rito greco, tanto secolari che monastiche, le quali ancora vivevano sul suolo italiano e fino a quell'epoca erano state rette dal governo ecclesiastico centrale mediante singole misure empiriche, provocate di volta in volta dalle diverse situazioni concrete.