Siamo presenti al Salone Internazionale del Libro 2013
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Il Salone Internazionale del Libro che si terrà a Torino dal 16 al 20 maggio 2013 ospiterà quest’anno, per la prima volta, uno stand dedicato all’Albania.
Lo spazio espositivo, organizzato e gestito dalCentro di Cultura Albanese, col patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, ospiterà le opere dei principali autori albanesi contemporanei pubblicate in lingua italiana.
Il pubblico del Salone avrà così l’opportunità di conoscere meglio la letteratura albanese attraverso le opere di Ismail Kadarè, Anilda Ibrahimi, Ardian Kristian Kycyku, Elvira Dones,Fatos Kongoli, Gezim Hajdari, Ornela Vorpsi, Visar Zhiti, Ylljet Alicka, ed altri autori pubblicati in lingua italiana da diverse case editrici, tra cui Einaudi, Feltrinelli, Longanesi e Tea, Besa e Controluce, Zandonai, Fandango, Diana, Lexis, ecc.
Una sezione speciale dello stand sarà dedicata alla letteratura in lingua originale, rappresentata da una selezione di titoli scelti di diverse case editrici albanesi, a disposizione del pubblico albanofono. Non mancheranno inoltre le opere di saggistica e quelle di autori italiani dedicate all’Albania.
Da sottolineare anche la sezione dedicata alla cultura arbëreshe (italo-albanese), curata dall’Associazione Vatra Arbëreshe e patrocinata dal Comune di Chieri, che ospiterà documenti e libri provenienti tra l’altro dall’Università della Calabria, l’Università Orientale di Napoli, l’Eparchia di Lungro (CS), la Biblioteca del Comune di Piana degli Albanesi (PA), ecc.
Lo stand ospiterà infine anche una selezione di titoli in lingua albanese che fanno parte del fondo delle Biblioteche Civiche Torinesi. Costituito nell’ambito del progetto “Passaggio ad Est”, il fondo è composto da oltre 160 titoli, a disposizione dei cittadini albanesi nei 14 punti prestito della rete bibliotecaria urbana.
Durante i giorni del Salone lo stand ospiterà anche diversi incontri con autori albanesi e italiani.
La partecipazione dell’Albania con uno stand dedicato è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, l’Ufficio di Rappresentanza della Camera di Commercio di Tirana a Torino, il Centro Studi Herakles & la Missione Archeologica Torinese in Albania, ed il contributo della comunità albanese di Torino.
Con le poesie di “Vatra Arbëreshe” 10 anni di Cultura Etnica in Piemonte
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Nel segno di Madre Teresa di Calcutta, proclamata Beata da Papa Wojtila e già Premio Nobel per la Pace, la presente pubblicazione antologica delle dieci edizioni dell’originale ed intenso Premio Letterario degli Albanofoni d’Italia, in corso di realizzazione da due lustri, extra-moenia, al Nord; grazie al lungimirante ed appassionato lavoro dell’Associazione culturale “Vatra Arbëreshe” in Chieri (Torino).
Un sottile “fil rouge” che, stimolando i rapporti di reciproca conoscenza ed integrazione fra le due parti del Paese, vuole superare anacronistici steccati, diffidenze ancestrali ed inique, pur nella specifica identità antropologica e diversità economica dei territori.
È merito, dunque, del benemerito sodalizio (in sintonia con alcune storiche Riviste della nostra orgogliosa Arbëria, fra cui Katundi Yne, JetaArbereshe, Zjarri, Kamastra, BasilicataArbëreshe) avere incoraggiato – nel corso del tempo – tanti giovani, ragazze, cultori e cultrici della lingua di Skanderbeg a scrivere, direttamente, liriche e racconti, favole e proverbi nella lingua Arbëreshe (Legge nazionale n. 482/99) secondo la parlata locale di ognuno dei cinquanta e passa paesi e frazioni dell’Arberia italiana, estesa su ben sette Regioni.
Con l’augurio sincero che questo libro, con le fotografie più significative delle varie edizioni del concorso a premi ed alcuni dei disegni e dipinti degli eccezionali Artisti, di volta in volta, ospitati nella bella sala-convegni della Concerìa, messa con rara sensibilità a disposizione dall’AmministrazioneMunicipale della cittadina piemontese, possa essere conservato ed utilizzato, in vari altri Eventi nazionali ed internazionali.
In particolare come “pietra di paragone” ricercata da studiosi, demologi, storici e linguisti di varie nazioni d’Europa e d’oltre Oceano, per studi avanzati di Albanologìa e di confronto semantico e diacronico-strutturale tra i diversi dialetti (d’origine Ghega e Toska) che sopravvivono con orgoglio e miracolosamente, direi con Tullio DeMauro e Martin Camaj, all’imperversare delle lingue franche (in particolare l’Anglo-Americano) ed i codici linguistici mutuati dall’Info-Tech, in termini di slang e switching-codes.
W l’Arbëria, dunque, grazie alle funzioni edificanti di coordinamento da parte di sodalizi, riviste, gruppi folk e musicali-rock, blogs nell’ambito dei nostri “katund” e delle nostre “Hora” oltre che altrove.
Ed in particolare di tanti eccellenti Scrittori (uno per tutti Carmine ABATE, fresco vincitore del Premio Letterario Nazionale “Campiello” di Venezia, 2012, che onorano, ai massimi livelli, il Genius Loci della nostra letteratura etnica e di “Citizenship” mondiale.
Prof. Donato Michele Mazzeo
già Presidente Giuria Nazionale
Premio “Vatra Arbëreshe” (1ª edizione)
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SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL'IRPEF
La legge finanziaria del 2009 (Legge 22 dicembre 2008 n. 203) che rimanda alla manovra finanziaria dell'estate (DL 25 Giugno 2008, n.112, convertito nella legge n.133 del 6 agosto 2008) prevede anche per l'anno 2009, la destinazione in base alla scelta del contribuente di una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità di sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle fondazioni e associazioni riconosciute; finanziamento della ricerca scientifica e delle università; finanziamento della ricerca sanitaria; attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente; sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni.
L'agenzia ha messo a disposizione un motore di ricerca che consente una più rapida e comoda individuazione dei soggetti iscritti negli elenchi - Motore di ricerca
La scelta del contribuente: cosa fare per destinare la quota Il contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2008, apponendo la firma in uno dei quattro appositi riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione é consentita una sola scelta di destinazione.
Il contribuente può altresì indicare il codice fiscale dello specifico soggetto cui intende destinare direttamente la quota del 5 per mille, traendo il codice fiscale stesso dagli elenchi pubblicati.
La scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell'8 per mille di cui alla legge n. 222 del 1985 non sono in alcun modo alternative fra loro.Normativa e prassi - Decreto del Presidente del Consiglio del 20/01/2006. Definizione della modalità di destinazione della quota pari al cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, in base alla scelta del contribuente, per finalità di volontariato, ricerca scientifica e dell'università, ricerca sanitaria e attività sociali svolte dal comune di residenza.
(Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 22 del 27/01/2006)
- Articolo 1, comma 337, della legge 23 dicembre n. 266
- Articolo 10 del decreto legislativo n. 460/1997
- Articolo 7 della legge 383/2000
- Articolo 63 bis del DL 25 giugno 2008 n. 113
Onlus, associazioni, ricerca, università, cooperative sociali.
SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL'IRPEF
SEDE ASSOCIAZIONE : Via San Filippo, 2 - 10023 CHIERI (TO)
info(chiocciola)vatrarberesh.it
Per comunicazioni postali in cartaceo inviare a:
Associazione Culturale "Vatra Arbëreshe" ONLUS
Casella Postale 182
Chieri Torino 10023 Italia
CARO CITTADINO, SOCIO, AMICO, SIMPATIZZANTE
NELLA PROSSIMA DICHIARAZIONE DEI REDDITI
FAI LA TUA OPERA DI BENE E DESTINA IL
CINQUE PER MILLE
(5 X 1000)
ALL'ASSOCIAZIONE
COSI' SOSTIENI LA NOSTRA CULTURA
E IL NOSTRO IMPEGNO PER IL VOLONTARIATO
SENZA SPENDERE NULLA
INFATTI NEL RIQUADRO DEL MODELLO 730-1
ALLA VOCE
“scelta per la destinazione del cinque per mille dell' IRPEF”
PER
DECIDERE DI DESTINARE IL “5 x 1000” DELLE TASSE
OCCORRE
► Firmare nel primo riquadro in alto (“Volontariato, Organizzazione non lucrativa di utilità sociale,...”)
► Scrivere subito sotto alla voce “Codice Fiscale del Beneficiario” il numero
90018600016
La Cultura Arbëreshe
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La cultura arbereshe è ancora oggi caratterizzata da elementi specifici e caratterizzanti, che rendono la presenza delle comunità albanesi un elemento di forte arricchimento per la comunità locale nel suo complesso.
La specificità di tale cultura si rileva nelle tradizioni, nei costumi, nell'arte, nella gastronomia, ancora oggi conservate gelosamente in molti paesi , in particolare del Meridione d'Italia.
La comunità arbereshe costituisce un gruppo con una ben precisa identità, consapevole di appartenere ad un popolo diverso da quello italiano.
Ne fanno fede modelli culturali che si rispecchiano ancora nei valori dell'Arbëresh attuale, quali la mikpritia (ospitalità), la ndera (onore), la besa (fedeltà), e la vellamja (fratellanza). Attualmente dell'etnos originario è rimasta la convinzione di sentirsi diversi dalla popolazione italiana e la lingua, che li contraddistingue dal resto della popolazione meridionale.
Di questi valori, l'ospitalità è forse quella più sentita e caratterizza maggiormente la loro mentalità.(si parla quasi di sacro senso dell'ospitalità.) Se uno sconosciuto d'improvviso si presenta in una casa arbëresh, viene subito trattato come uno di loro e gli viene fatto onore (nder).
La cultura arbëresh è parte integrante del patrimonio tradizionale del gruppo italo albanese.
Questo patrimonio culturale comprende quei valori e esperienze di vita che si tramandano da ben cinque secoli da padre in figlio e determinano l'atteggiamento umano e sociale degli arbereshe, e tut’oggi hanno ancora una loro funzione caratterizzandone la loro cultura.
La tradizione culturale arberesh è caratterizzata da una ricca tradizione orale e da una feconda tradizione scritta.
La tradizione orale, iniziata nel periodo del loro insediamento in Italia, comprende tre generi letterari: la prralla (fiabe), le vjershë (improvvisazioni poetiche) e le kalimere (canti religiosi)
La prralla aveva una funzione educativa e veniva usata dai genitori ma soprattutto dai nonni per educare, davanti al focolare domestico, la propria prole.
Le vjershë erano delle autentiche improvvisazioni poetiche, dove l'animo popolare esprimeva la sua indole e cantava gli avvenimenti della vita di tutti i giorni.
Le kalimere infine erano dei canti religiosi, che esprimevano la religiosità semplice e la devozione genuina del popolo italo-albanese.
La tradizione scritta arbëresh è iniziata nel XVIII secolo presso le comunità albanofone dell'Italia meridionale ad opera di poeti e letterati quali: Giulio Variboba, Girolamo De Rada, Giuseppe Serembe, Damiano Mauro, Giuseppe Schirò e molti altri.
Questi letterati diedero vita alla cultura arbëresh, spronando i loro fratelli d'Albania ad uscire dal loro torpore e iniziarono una tradizione letteraria che dall'Italia si estese all'Albania.
Il Milosao, opera del De Rada, è stata la prima manifestazione della letteratura albanese scritta, ispiratrice del risorgimento albanese.
Anche il primo giornale albanese è stato redatto nelle comunità italo-albanesi, i quali possedevano già l'Università a San Benedetto Ullano e poi a San Demetrio Corone, quando in Albania non esistevano neppure le scuole elementari.
Molte delle tradizioni popolari arbëreshë sono ormai andate perdute o cadute in disuso, come il costume tradizionale arbëresh, che era un ulteriore elemento di distinzione nei confronti della popolazione locale.
L'abito femminile, usato oggi solo in manifestazioni di folklore, era particolarmente sontuoso e ricco di ornamenti con rifiniture e decori anche in oro zecchino.
Esso era composto dalla kesa, ornamento a forma rettangolare, di seta rossa trapuntata in oro, che si poneva sulla nuca per reggere il velo lavorato tutto in oro.
Un altro elemento del vestito era una gonna rossa di tessuto a lamine d'oro ed ornata da un gallone al lembo, anch'esso in oro, raccolta in piccolissime pieghe verticali. Su questa gonna si vestiva la coha (ruota) identica alla prima e rialzata sul davanti.
Il petto era coperto da una camicetta bianca ornata da merletto, sopra la camicetta un bolerino azzurro trapuntato in oro con orlo gallonato.
Per adornare maggiormente gli abiti, le donne indossavano gioielli molto elaborati e aggraziati nel disegno.
Questi gioielli rappresentavano un vanto per la famiglia e la collettività e quindi venivano mostrati nel giorno delle nozze agli invitati e poi a tutto il paese.
Attualmente c'è una rinascita della letteratura e della cultura albanese sia nelle varie Università italiane sia nelle comunità albanofone sia nelle diverse associazioni culturali(Come “Vatra Arberesh”ecc), dove emergono uomini illustri che con il loro impegno e la loro umiltà e le loro attività(Come il concorso nazionale della poesia in lingua arbereshe) fanno conoscere al mondo la cultura arbereshe. Questo risveglio lo si nota anche nel folklore con manifestazioni che coincidono quasi sempre con il periodo pasquale, organizzando il festival della canzone arbëresh, la sfilata dei costumi tradizionali e soprattutto la vallja (danza). Attualmente la vallja si rievoca il lunedì di Pasqua soltanto nei paesi albanesi di Civita, Frascineto, Eianina e Firmo